Lezione per gli studenti di T.T.D. degli sport di squadra adattati
LA RIABILITAZIONE DELLA PERSONA CON AMPUTAZIONE DI ARTO INFERIORE
IL PROGRAMMA VIENE DIVISO IN DUE FASI:
-FASE PREPROTESICA
-FASE POST PROTESICA
FASE PREPROTESICA
Corrisponde all’immediato postoperatorio quando il paziente viene dimesso dall’ospedale e ricoverato nella struttura
Piu’ precoce e’ il trattamento riabilitativo migliori sono i risultati
-E’ la preparazione del moncone e del paziente
-Puo’ durare 4-5 settimane(varia a seconda di livello di amputazione, eta’ del pz , condizioni generali ,velocità di recupero)
LA PREPARAZIONE DEL MONCONE
CONSISTE NELLA CURA E NEL TRATTAMENTO DELLO STESSO MEDIANTE
- IL MASSAGGIO E LINFODRENAGGIO CHE FAVORISCONO
- IL TROFISMO MM E LA CIRCOLAZIONE
-RILASSAMENTO MM
-IL RIASSORBIMENTO DELL’EDEMA
-LA RISOLUZIONE DI CONTRATTURE
SI ESEGUE ANCHE MASSAGGIO DELLA CICATRICE CHIRURGICA PER PREVENIRE LA FORMAZIONE DI ADERENZE
SPESSO E’ UTILE UN MASSAGGIO DI SFIORAMENTO CON PENNELLI SPAZZOLE, TESSUTI DI DIVERSA CONSISTENZA PER NORMALIZZARE LA SENSIBILITA’ SUPERFICIALE
IL DOLORE DEL MONCONE E’ UN PROBLEMA DIFFUSO E SI RISCONTRA DURANTE LARIABILITAZIONE DEL PAZIENTE AMPUTATO CHE PUO’ ESSERE AVVERTITOCOME
-SEMPLICE FASTIDIO
- DOLORE INTENSO
Abbiamo visto una RIDUZIONE DEL DOLORE CON L’UTILIZZO DI
TENS
MAGNETOTERAPIA
CRIOTERAPIA
LASERTERAPIA
TECARTERAPIA
CAUSE DEL DOLORE SONO NUMEROSE SPESSO LEGATE
--A DISTURBI CUTANEI
--A CICATRICIADERENTI O RETRATTE
--INSUFFICIENZA VASCOLARE
--CONTRATTURE MUSCOLARI per prolungato allettamento
CARATTERISTICO E’
-“IL DOLORE DELL’ARTO FANTASMA”sentito dal pz nella parte amputata
-E IL NEUROMA DOLOROSO SENTITO COME DOLORE TRAFITTIVO ALLA PALPAZIONE
IL BENDAGGIO COMPRESSIVO
HA LO SCOPO DI RIMODELLARE IL MONCONE E PREVENIRE E RIDURRE L’EDEMA
DEVE ESSERE ADERENTE MA NON LIMITARE L’ARTICOLARITA’
VA TENUTO TUTTO IL GIORNO E RIMOSSO DURANTE IL RIPOSO NOTTURNO
Nel bendaggio del moncone di gamba va incluso il ginocchio
Per aumentare la tenuta ci si può ancorare alla cute poi eseguire il bendaggio a lisca di pesce
Ci si può ancorare in vita in caso di amputazioni
In caso di cute delicata o incapacita’ a fare il bendaggio si consiglia un coprimoncone a compressione graduale
Fasciatura di moncone transtibiale con bendaggio elastico a 8 per la riduzione dell’edema
Fasciatura di moncone transfemorale con bendaggio a 8
L’ITER RIABILITATIVO CONTINUA IN PRIMO LUOGO CON LA 1)MOBILIZZAZIONE DEL MONCONE ESEGUITA IN TUTTE LE POSIZIONI E SU TUTTI I PIANI ARTICOLARI per mantenere e recuperare la articolarita’ e per migliorare il tonotrofismo mm del moncone E insieme SI PROCEDE AL
2)RINFORZO MUSCOLARE GLOBALE DELL’ARTO CONTROLATERALE
-Utili gli esercizi in posizione prona per favorire l’estensione del moncone , rinforzare i glutei e evitare retrazioni in flessione(a tale scopo si utilizzano palloni di diverso tipo che oltre al rinforzo mm lavorano sulla propriocezione)
INOLTRE VENGONO FATTI ESEGUIRE ESERCIZI AL TAPPETO PER MIGLIORARE LA COORDINAZIONE E L’EQUILIBRIO E IL CONTROLLO DEL TRONCO CHE RAPPRESENTANO REQUISITI INDISPENSABILI PER RIPRENDERE LA VERTICALITA’
SONO INDISPENSABILI ATTIVITA’ DEGLI ARTI SUPERIORI
ESEGUITE IN GRUPPO per aumentare la forza mm necessaria per l’uso delle stampelle
A QUESTO SI ASSOCIA LA RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA
PER
-FAVORIRE UNA BUONA OSSIGENAZIONE
-INSEGNARE A COORDINARE IL MOVIMENTO ALLE FASI DI INSPIRAZIONE ED ESPIRAZIONE
E’ IMPORTANTE INSEGNARE AL PAZIENTE COME RIACQUISTARE L’AUTONOMIA nei trasferimenti e nei passaggi posturali e la possibilita’ di rialzarsi in caso di caduta
E FAVORIRE POSTURE CORRETTE SIA A LETTO CHE IN CARROZZINA
Con un giusto posizionamento del moncone –NO anca flessa e addotta- NO cuscini sotto il moncone
E’ IMPORTANTE EVITARE ATTEGGIAMENTI VIZIATI RICERCATI DAL PZ COME POSIZIONI ANTALGICHE ANOMALE
IL PZ DEVE IMPARARE A NON POSIZIONARE IL MONCONE DI GAMBA A GINOCCHIO FLESSO ED EVITARE LA POSIZIONE SEUTA PROLUNGATA
QUALSIASI LIMITAZIONE O POSIZIONE VIZIATA DEL MONCONE DETERMINA UN’ ALTERAZIONE DEL CAMMINO PROTESICO
CON IL MIGLIORAMENTO DELL’EQUILIBRIO INIZIA LA VERTICALIZZAZIONE ALLA SPALLIERA PER ARRIVARE ALLA RIEDUCAZIONE AL PASSO ALLE PARELLELE
E POI AD UNA DEAMBULAZIONE MONOPODALICA CON AUSILI DIVERSI(DEAMBULATORE, STAMPELLASECONDO LE CAPACITA’ DEL PAZ)
A QUESTO PUNTO IL TECNICO ORTOPEDICO PROVVEDE AL CONFEZIONAMENTO DELLA PROTESI E IL PAZIENTE VIENE DIMESSO E RITORNERA’ IN CLINICA DOPO CIRCA UN MESE
FINISCE COSì LA FASE PREPROTESICA
FASE POST PROTESICA
CORRISPONDE AL PERIODO IN CUI IL PAZIENTE RIENZA IN CLINICA MUNITO DI PROTESI E DURA CIRCA 4-5 SETTIMANE
SI TENTA DI ALLENARE IL PAZIENTE ALL’USO DELLA PROTESI INSEGNANDOGLI COME INDOSSARE E TOGLIERE LA PROTESI,CERCANDO DI RAGGIUNGERE UN CAMMINO SICURO E LA MASSIMA AUTONOMIA NELLE ATTIVITA’ QUOTIDIANE
USO DELLA PROTESI NELLE AMPUTAZIONE DI COSCIA
IL PAZIENTE PUO’ INDOSSARE LA PROTESI IN POSIZIONE ERETTA O SEDUTA(Per aiutarsi il pz usa una calza che infila dall’alto e sfila dall’orifizio inf e poi inserisce la valvola pneumatica
PER SFILARE LA PROTESI E’ MEGLIO LA POSIZIONE SEDUTA
LE MANOVRE SUDDETTE RAPPRESENTANO PER IL PAZ UNA GRANDE DIFFICOLTA’
NELLE AMPUTAZIONE DI GAMBA IL PAZIENTE INDOSSA LA PROTESI DA SEDUTO UTILIZZANDO UNA CUFFIA IN GEL O CALZE IN NYLON
RIEDUCAZIONE AL CAMMINO INIZIA CON ESERCIZI STATICI TRA LE PARALLELE ALLA RICERCA DELL’EQUILIBRIO e di una CORRETTA DISTRIBUZIONE DEL CARICO SUI 2 PIEDI TRAMITE BILANCE
SE NON C’E’ DOLORE SI PASSA AL TRASFERIMENTO DEL CARICO SIMULANDO IL PASSO STIMOLANDO IL PZ AL RECUPERO DELLO SCHEMA CORPOREO
IMPORTANTE VALUTARE IL PESO MASSIMO CHE IL PAZIENTE E’ IN GRADO DI SOPPORTARE SULL’ARTO PROTESIZZATO
UNA VOLTA CHE IL PAZIENTE HA RAGGIUNTO UN VALIDO EQUILIBRIO SI INIZIA LA FASE DI DEAMBULAZIONE
IL PAZIENTE DAPPRIMA CAMMINA TRA LE PARALLELE POI CON IL DEAMBULATORE , CON DUE STAMPELLE ,CON UNA STAMPELLA E INFINE SENZA APPOGGIO
TERMINATA LA FASE DI RIEDUCAZIONE DEL CAMMINO IN PALESTRA
IL PAZIENTE VIENE ALLENATO
-A SALIRE E SCENDERE LE SCALE
-A RIALZARSI DAL SUOLO
-A MIGLIORARE L’ARTICOLARITA’ DEL TRONCO
-CON ESERCIZI PER RECUPERARE L’AGILITA’ , LA DESTREZZA E IL RITMO DELLA MARCIA
SI INSISTE ANCORA
NEL RIFORZO DEI MM GLUTEI, ADDOMINALI, ISCHIOCRUALI
E SI ESERCITANO TUTTI I MUSCOLI NECESSARI PER UN CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLA PROTESI
SUCCESSIVAMENTE IL PAZIENTE VIENE ALLENATO A MUOVERSI AUTONIMAMENTE ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA COME ANDARE IN BAGNO IN ACSENSORE
TERAPIA OCCUPAZIONALE
RIVESTE UN RUOLOIMPORTANTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DELLA MASSIMA AUTONOMIA POSSIBILE NELLA GESTIONE DELLAVITA QUOTIDIANA SENZA PROTESI
1)VENGONO SVOLTE ATTIVITA’ DI RINFORZO DEGLI ARTI SUPERIORI
2) SI MIGLIORA IL CONTROLLO DEL TRONCO AL FINE DI MIGLIORARE L’EQUILIBRIO STATICO E DINAMICO
3)TRAMITE ATTIVITA’ MANUALI IN STAZIONE ERETTA SI CERCA DI MIGLIORARE L’EQUILIBRIO MONOPODALICO SENZA L’APPOGGIO DEGLI ARTI SUPERIORI(REQUISITI INDISPENSABILI PER ALLENARE IL PAZ A VESTIRSI, SVESTIRSI, ANDARE IN BAGNO,ECC)
NELLA FASE POST PROTESICA IL RUOLO DELLA TERAPIA OCCUPAZIONALE E’ QUELLO DI SOTTOPORRE IL PAZIENTE AD UN TRAINING DI APPRENDIMENTO DEI GESTI DELLA VITA QUOTIDIANA
CON IL RIENTRO AL DOMICILIO E E ALLA VITA SOCIALE E FAMILIARE SI PUO’ CONSIDERARE CONCLUSO L’ITER RABILITATIVO
BIOFEEDBACK SENSORIALE PER SOGGETTI AMPUTATI D’ARTO INFERIORE
IL PROGRAMMA RIABILITATIVO DI UN AMPUTATO RAPPRESENTA IL MEZZO CON CUI IL PAZIENTE IMPARA AD USARE AL MEGLIO LE PROPRIE FUNZIONALITA’ RESIDUE
CON LA PERDITA DELLE RIAFFERENZE SENSORIALI LA RICERCA DELLA CORRETTA POSTURA PER L’EQUILIBRIO DIVENTA UN ESERCIZIO COMPLICATO
QUINDI SI E’ REALIZZATO UN SISTEMA DI BIOFEEDBACK SENSORIALE CHE FORNISCE LE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA ZONA D’APPOGGIO PLANTARE SOSTITUTIVE DI QUELLE NORMALMENTE FORNITE DAI SENSORI CUTANEI DELLA PIANTA DEL PIEDE
IL BIOFEEDBACK FA CONOSCERE AL PAZIENTE DURANTE L’ESECUZONE DI UN MOVIMENTO LA ZONA D’APPOGGIO PLANTARE IN OGNI ISTANTE E TRADUCE QUESTA INFORMAZIONE IN UNO STIMOLO TATTILE CHE VIENE INVIATO AL PAZIENTE
ESISTE UNA CORRISPONDENZA UNIVOCA TRA IL NUMERO DEI SENSORI E DEGLI STIMOLATORI
QUANDO SU UNA PARTICOLARE AREA DEL PIEDE PROTESICO VIENE ESERCITATA UNA PRESSIONE LO STIMOLATORE TATTILE SI ACCENDE E INFORMA ATTRAVERSO LE SUE VIBRAZIONI QUALE AREA DEL PIEDE E’ CARICATA
IN QUESTO MODO IL PAZIENTE PUO’ AUTONONOMAMENTE RENDERSI CONTO CHE SE IL PIEDE PROTESICO VIENE APPOGGIATO CORRETTAMENTE
IL SISTEMA BIOFEEDBACK E’ STATO REALIZZATO CON LO SCOPO DI AFFIANCARE IL LAVORO DEL RIABILITATORE DURANTE LE FASI DI APPRENDIMENTO DEL CAMMINO NEI PAZIENTI AMPUTATI D’ARTO INFERIORE
ATTRAVERSO QUESTO DISPOSITIVO IL PAZIENTE PUO’ CONTROLLARE IL CORRETTO APPOGGIO DEL PIEDE DURANTE LE DIVERSE FASI D’APPOGGIO PLANTARE.
IL SENSORE
L’APPARECCHIO REALIZZATO PRESSO IL LABORATORIO DI BIOINGEGNERIA DELL’UNIVERSITA’ DI PAVIA E’ COSTITUITO DI DUE SENSORI DI PRESSIONE E DA DUE STIMOLATORI TATTILI
DUE SONO LE AREE DI INTERESSE IN CUI SONO STATI POSIZIONATI I SENSORI
-ZONA CENTRALE DEL PIEDE
-ZONA SOTTOSTANTE LA PRIMA TESTA METATARSALE
IL CIRCUITO DI CONTROLLO E LE BATTERIE DI ALIMENTAZIONE SONO ALLOGGIATI IN UNA SCATOLA DI PICCOLE DIMENSIONI E POCO PESANTE E UNA CLIP APPLICATA ALLA SCATOLA PERMETTE DI APPENDERLA ALLA CINTURA
GLI STIMOLATORI TATTILI SONO COSTITUITI DA PICCOLI MOTORINI ECCENTRICI DEL TIPO UTILIZZATO DAI TELEFONI CELLULARI
LO STIMOLATORE POSTO SULLA PARTE ANTERIORE DEL MONCONE HA IL COMPITO DI SEGNALARE LA PRESENZA DI UN CARICO SULL’AVAMPIEDE
LO STIMOLATORE POSTO SULLA PARTE POSTERIORE DEL MONCONE SERVE PER INDICARE LA PRESENZA DI UN CARICO SULLA PARTE POSTERIORE DEL PIEDE
IL PAZIENTE VIENE INFORMATO DELL’INIZIO DELLA FASE DI APPOGGIO E DELL’INIZIO DELLA FASE DI PROPULSIONE
QUESTO DISPOSITIVO HA IL VANTAGGIO DI ESSERE LEGGERO, NON INGOMBRANTE E FACILMENTE INDOSSABILE