La morte di Piermario Morosini e' uina tragedia, ma bisogna evitare gli allarmismi. E' il monito lanciato dai medici sportivi che evidenziano come le cause del decesso del calciatore del Livorno sono ancora tutte da spiegare.
"Non posso correre dietro alle voci, prima di cercare di dare una spiegazione a quanto accaduto bisogna conoscere gli esiti dell'autopsia e delle altre analisi. Perche' la causa potrebbe anche non essere cardiologica". Maurizio Casasco, il presidente della Fmsi, la federazione dei medici sportivi italiani, preferisce attendere gli esiti dell'autopsia sul corpo di Morosini "Bisogna attendere gli esami autoptici prima di esprimere dei pareri tecnici - ha detto Casasco - e capire se questa morte poteva essere prevista o meno attraverso gli esami di idoneita', valutando dunque se ci siano responsabilita' mediche o si tratti di tragica fatalita'". Per Casasco, "quello su cui pero' bisogna mettere un punto fermo e' che non puo' essere un caso tragico ed eclatante a creare allarmismi: in merito alla prevezione, il sistema italiano e' di assoluta eccellenza e, grazie ad una legge dello Stato unica al modo ed al lavoro congiunto con il Coni, si garantisce la massima sicurezza a chi fa sport. E' un sistema certo migliorabile ma e' fondamentale sapere che grazie a questo si salvano tantissime vite perche' l'idoneita' viene rilasciata da specialisti in medicina dello sport, nata a Milano e prima nel mondo".
Anche in quest'ottica, Casasco propone "un pronto soccorso sportivo per l'emergenza in campo che abbiamo elaborato e brevettato da un anno e che non si limita al solo aspetto cardiologico". Insomma, la tragedia di Morosini deve essere di stimolo ad una prevenzione ancora piu' massiccia ma non puo' essere in qualche modo 'screditare' un sistema italiano che e' preso come modello anche nelle altre parti del mondo, sia per l'eccellenza dei suoi medici che per i risultati che riesce ad ottenere nell'ambito dell'attivita' sportiva. (AGI) .
"Dopo aver visto com'e' caduto ho capito subito che la situazione era grave". Cosi' a Tgcom24 il responsabile dell'Unita' Coronarica dell'Ospedale di Pescara, Lorenzo Paloscia, su quanto accaduto nei minuti successivi al malore del calciatore Piermario Morosini. Il calciatore "e' stato subito sottoposto a massaggio cardiaco e ventilazione, che sono le cose principali da fare. Sono sceso subito sperando di poter dare un contributo. S'e' visto subito che c'era qualcosa che non andava, non so se questo puo' far pensare a qualcosa di diverso dal cuore, magari a qualcosa di cerebrale.
L'autopsia chiarira' ogni dubbio. Io ho messo tra le ipotesi anche quella cerebrale come plausibile". Paloscia riferisce che appena l'ha visto, il calciatore "era gia' deceduto". Nei soccorsi "tutti hanno partecipato professionalmente. Penso che siamo andati oltre quella che e' una rianimazione tradizionale, perche' di solito dopo 40 minuti ci si ferma, qui siamo andati oltre un'ora e mezza. Credo che di macroscopico il ragazzo non avesse nulla, forse qualche piccolissima malformazione strana alla quale, pero', puoi pensare solo dopo un sintomo". La morte di Piermario Morosini e' uina tragedia, ma bisogna evitare gli allarmismi. E' il monito lanciato dai medici sportivi che evidenziano come le cause del decesso del calciatore del Livorno sono ancora tutte da spiegare.
PANICO: NIENTE DEFIBRILLATORI NEL CALCIO FEMMINILE - "Per il defibrillatore non c'è l’obbligo neanche in nazionale, lo portiamo perché c’è uno scrupolo dei nostri medici ma non è un obbligo’’. Il giorno dopo la morte del calciatore del Livorno Morosini, il n.9 e capitano della nazionale femminile italiana, Patrizia Panico, lancia l’allarme anche per il movimento del ‘calcio rosa’ chiedendo piu’ attenzione dal punto di vista sanitario e l’obbligo di utilizzo del defibrillatore. ‘’Per la squadra ospite - aggiunge - non c'è nessun obbligo di avere il medico’’