Studi e Ricerche

Certificato medico sportivo per tutti ?

Il "decretone" sulla sanita' del ministro Renato Balduzzi varato alla fine di agosto 2012 ha creato un bello scompiglio nel mondo dello sport amatoriale in quanto presupponeva l'obbligo di una visita accurata di tipo medicosportivo a tutti coloro volessero intraprendere una attivita'sportiva non agonistica come andare in palestra o in piscina o anche partecipare alle gare podistiche non competitive

Il decreto recita "A tutela della salute dei cittadini che svolgono un’attività sportiva non agonistica o amatoriale, verranno predisposte linee guida per idonee certificazioni mediche e l’effettuazione di controlli sanitari sui praticanti e per la dotazione, nonché l’impiego, da parte di società sportive professionistiche e dilettantistiche di defibrillatori semi-automatici e di altri eventuali dispositivi salvavita."

L'Uisp si è subito schierata contro questo decreto di legge in quanto afferma che "l’attività motoria e sportiva è un diritto di tutti i cittadini e una necessità per il Paese. Ancor più auspicabile in quanto fattore di prevenzione e di salute,a tutte le età" e pertanto "Sarebbe assurdo subordinare l’accesso alla pratica motoria per tutti ad un certificato medico-sportivo obbligatorio, così come avviene per la cosiddetta ‘attività agonistica’ e rincara dicendo che "così si farebbe un danno per la salute!" e auspica che questo decreto non venga MAI ATTUATO !!!

Quando il testo è arrivato in mano ai medici di base, questi sono insorti contro questa regola che dava maggiori poteri ai medici sportivi che definiscono la visità di idoneità "Solo una spesa in più per tutti coloro che vogliono fare sport ma solo a livello amatoriale".

Ma ,sarebbe davvero sbagliato mettere in pratica questa iniziativa ?

Naturalmente, essendo un medico sportivo alcune considerazioni potrebbero sembrare di parte , ma proverò ad essere il piu' obiettivo possibile

Partiamo dalla considerazione piu' importante : la visita medico sportiva serve a qualcosa e soprattutto serve per debellare lo " spauracchio " di tutti noi ( medici sportivi in particolare ) la tremenda MORTE IMPROVVISA DA SPORT

Si calcola che l’incidenza (media) di morte cardiaca improvvisa va da 0,9/100.000/anno a 2,3/100.000/anno in base allo sforzo ed alla tipologia dell'atleta. La MIS è più frequente negli uomini (90%) e nei soggetti di età inferiore ai 35 anni (75%).

Gli sportivi più colpiti sono quelli di basso livello agonistico (80%), cioè dilettanti, partecipanti a tornei amatoriali ecc.

Ciò è dovuto a minori controlli e a minore accuratezza nei controlli medici. La frequenza della MIS è inoltre maggiore nelle competizioni ufficiali (79%) rispetto agli allenamenti(21%).

MA LA VISITA SERVE A QUALCOSA?

A QUESTO RISPONDE UNO STUDIO PUBBLICATO SU JAMA NEL 2006 dove è stato analizzato il trend nella mortalità improvvisa cardiovascolare tra il 1979 e il 2004 nella popolazione di atleti e non atleti di età compresa tra 12 e 35 anni in Veneto.

L’incidenza annuale di morte improvvisa cardiovascolare negli atleti si è ridotta dell’89% dal periodo pre-screening (ante 1982) a quello post-screening tardivo (3,6 vs 0,4 x 100.000 anni-persona, p<0,001),

mentre quella dei non atleti non sottoposti a screening è rimasta sostanzialmente invariata nel periodo dello studio (intorno a 0,8 x 100.000 anni-persona).

Per effetto dello screening è stato escluso dalle competizioni il 2% degli atleti

questo come dice l' eminente cardiologo Carù che in un intervista risponde al giornalista :"E' vero quando diciamo che l’Italia nel campo medicosportivo è all’avanguardia nel resto del mondo?

“Assolutamente sì. Siamo i numeri uno per prevenzione e lo certifica anche una ricerca pubblicata dal Journal of American Medical Association nel 2006 secondo la quale dal 1982 al 2004 da noi le morti improvvise per sport sono diminuite dell’80%”.

Merito nostro o altrove sono rimasti indietro?

“A me piace parlar chiaro e dire che all’estero sono rimasti indietro. Per fare un esempio, se Muamba invece che al Bolton fosse stato in una qualsiasi squadra italiana non avrebbe mai avuto l’idoneità a scendere in campo perché portatore di una cardiopatia congenita grave. Qualcosa che ha colpito anche altri atleti di primo livello”.

Sottoponendo tutti a tappeto alla visita completa (agonisti e non) si potrebbero diminuire drasticamente i rischi di morte improvvisa che causa circa 700 decessi tra agonisti e non agonisti

Quindi la distizione tra agonsti e non è del tutto fuorviante e anzi la prevenzione si applica maggiormente verso coloro ( gli amatori ) che a differenza degli agonisti non si sottopongono mai o quasi a controlli preventivi e quindi possono celare le malattie piu' gravi

Del resto fino a pochi anni fa non era obbligatoria la certificazione non agonistica per poter frequantare le palestre e piscine ?

E allora, se le visite sono così importanti , perchè continuano i casi Morosini e Bovolenta ? Si tratta di due atleti professionisti e quindi per legge supercontrollati , ma nonostante cio' sono deceduti sul campo : perche'???

gli studi più approfonditi dicono che

"…nessun caso di morte può essere attribuito all’effetto di un esercizio fisico, ancorché strenuo, su un cuore sano.

Per tale motivo, la morte improvvisa di un atleta presuppone il concorso di almeno due fattori fondamentali:

l’esercizio fisico, di intensità significativa ed un substrato patologico, generalmente di natura cardiovascolare".

Ecco il problema è proprio questo : a volte la visita anche accurata di tipo medicosportivo non è sufficiente per evidenziare eventuali problemi più subdoli , che solo con indagini approfondite e in molti casi invasive , si potrebbero evidenziare e proprio per questo non possono essere fatte a tappeto ( il rischio sarebb superiore al beneficio !!)

Pertanto la visita medicosportiva è e rimane uno dei metodi di screening piu' importanti per i giovani atleti ma non riesce ad escludere al 100% il rischio di Mis

Altro problema riguarda quella che noi medici sportivi chiamiamo l'AREA GRIGIA: a seguito di una visita si possono avere atleti di fascia bianca (atleti cioè che non manifestano alcun segno o sintomo di malattia che cointroindichi la pratica dello sport) atleti di fascia nera (atleti che per vari motivi, spesso di natura cardiologica ma non sempre, non rientrano nei limiti per il rilascio della idoneità) MA ESISTONO ANCHE GLI ATLETI IN FASCIA GRIGIA DOVE non c'è una idoneita' piena ma subordinata alla esecuzione di accertamenti accurati e nei quali qualche dubbio comunque rimane

Concludo dicendo che di sicuro la visita medico sportiva allargata a tutti comporta un aumento della spesa a carico del cittadino , ma vista la comprovata utilita' di screening di questa visita nell'accertamento di patologia altrimenti non evidenziabile , nonostante il periodo di profonda crisi economica , in questo caso il GIOCO VALE LA CANDELA !!!