Studi e Ricerche

Le vibrazioni in medicina

La vibroterapia è una metodica usata in medicina : facciamo chiarezza su cosa sono e quando possono essere usate !
Partiamo da un lavoro pubblicato sul Journal of Strength and Conditioning Research che ha analizzato come la piattaforma vibratoria possa influenzare il corpo umano ,e in particolare coem le vibrazioni possanno essere un mezzo per ridurre insorgenza ritardata dolore muscolare (DOMS). Sono stati selezionati 20 volontari e a cui sono stati fatti fare un serie di affondi fno quando non è comparso il dolore muscolare , poi la metà di loro ha fatto 10 minuti di pedana vibrante, e l'altra metà ha solo camminato lentamente per 10 minuti come defaticamento ,. Nel corso dei successivi quattro giorni, i volontari sono tornati ogni giorno per effettuare altri 10 minuti di trattamento,e sono state valutatiprima e dopo il trattamento di volta in volta, il loro livello di dolore , la flessibilità e la potenza.

Ma le vibrazioni SONO UTILI NEL RIDURRE I DOMS ?

Gli effetti della somministrazione controllata di vibrazioni sul corpo umano sono noti sin dal 1949, data del primo lavoro scientifico in quest’ambito specifico. Tuttavia, solamente quaranta anni più tardi fu scientificamente riconosciuto il valore terapeutico delle vibrazioni per ciò che riguarda il loro effetto osteogenico, che giustifica la loro applicazione in medicina geriatrica in senso generale ed in alcune patologie specifiche come l’osteoporosi. Inoltre, recentemente gli effetti fisiologici indotti dalle vibrazioni, sono stati sfruttati per indurre particolari adattamenti, in termini di aumento della forza contrattile nei suoi vari aspetti, anche in campo sportivo. Un ulteriore, anche se non molto conosciuto, ambito terapeutico delle vibrazioni, è costituito dalla riabilitazione funzionale

ALLORA PARTIAMO DALL'EFFICACIA DELLE VIBRAZIONI NEL RIDURRE L'ENTITA' DEI DOLORI MUSCOLARI TARDIVI

In nessun momento ,durante l'intero esperimento prima menzionato , il gruppo sottoposto alla vibrazione risulta meno dolente rispetto al gruppo di controllo, Quindi non ci sono differenze statisticamente significative in dolore, flessibilità oi potenza, in qualsiasi momento durante l'esperimento. Quindi, fondamentalmente, non abbiamo nulla. Pertanto, la conclusione dello studio è che le vibrazioni sono efficaci nel ridurre la gravità di DOMS ma non ha una efficacia statisticamente diversa dal'effetto della camminata defaticante . Così, WBV può essere utilizzato come una opzione di ripristino in aggiunta alle attuali terapie."

Per inciso, preciso che la camminata post esercizio (Walking )grazie alle continue contrazioni muscolari riduce la percezione del dolore ( Hough afferma che la riduzione dei Doms consegue alla rimozione dei prodotti di scarto grazie all'aumento del flusso sanguigno, accompagnato da un aumento del rilascio di endorfine.")

QUINDI SI PUO' AFFERMARE CHE QUESTA TECNICA NON RISULTA EFFICACE NEL CONTROLLARE I DOMS

E ALLORA QUANDO USARE LE VIBRAZIONI ?


Gli studi relativi agli effetti delle vibrazioni meccaniche applicate all'uomo sono numerosi. Possono essere divisi in due gruppi principali:

1. lo studio degli effetti delle vibrazioni che coinvolgono l'intero corpo, partendo dai piedi o dagli arti superiori; Questo gruppo di ricerca evidenzia alcuni effetti dannosi per l'organismo, in particolare per la colonna vertebrale. (Whole-Body Vibration: WBV)e per quato vengono usate con cautela

2. lo studio degli effetti delle vibrazioni che coinvolgono solo limitati e selezionati distretti corporei. Questo gruppo di ricerche offre una non omogenea interpretazione dei risultati ma evidenza anche l'assenza di danni per il nostro organismo e anzi risultano da molti decenni notevoli e numerosi i benefici conseguibili in ambiti molto diversificati:
1. La riabilitazione respiratoria

2. La riabilitazione neurologica ed ortopedica

3. L'incremento delle prestazioni sportive

Ci occuperemo dell'uso delle Vibrazioni nel campo dello sport e della riabilitazione

L’UTILIZZO DELLE VIBRAZIONI IN AMBITO RIABILITATIVO

Molti studi avvalorano l'efficacia delle vibrazioni nel campo riabilitativo ortopedico e neurologico�

Bishop B Phys Ther (1975) Vibratory stimulation. Part III. Possible applications of vibration in treatment of motor dysfunctions.
oFalempin M e In-Albon SF (1999) evidenziano (in un modello animale) la considerevole efficacia della vibrazione localizzata (tendine d'Achille) sulla muscolatura per contrastare fenomeni atrofici conseguenti l'immobilizzazione dell'arto.

Nel corso dell’esposizione alle vibrazioni, nell’ambito della modalità di lavoro isometrica, soprattutto nella fase iniziale, il muscolo contraendosi, provochi un suo leggero ma comunque effettivo accorciamento, al quale fa seguito un altrettanto leggero allungamento del complesso tendineo.

Questa “strategia” biomeccanica, permette all’unità muscolo tendinea (UMT) di poter mantenere la posizione statica imposta. In effetti, questa staticità è, di fatto,solamente esteriore, dal momento che, all’interno del muscolo, si registra comunque un minimo scorrimento dei miofilamenti, associato ad un modesto accorciamento del ventre muscolare, oltre ad un allungamento del tendine.

In ambito riabilitativo, è ormai noto l’effetto positivo della somministrazione di vibrazioni sulle capacità rigenerative del complesso muscolo tendineo (Falempin e In-Albon, 1999).

Questo si rivela di importanza capitale nell’ambito della riabilitazione funzionale di alcuni complessi tendinei, come il tendine rotuleo ed il tendine di Achille che, nell’ambito della corsa, vengono particolarmente sollecitati dallo stress vibratorio.

Sono di enorme interesse scientifico gli studi effettuati sulle condizioni dell'articolazione del ginocchio operato (crociato anteriore, posteriore e collaterale). Bosco ha dimostrato che utilizzando lo stimolo vibratorio contemporaneamente a EMG (sistema da lui stesso brevettato) è possibile realizzare una diagnosi qualitativa e quantitativa delle varie funzionalità e sensibilità dei propiocettori. Durante l'operazione al ginocchio questi propiocettori potrebbero infatti essere facilmente rescissi provocando di conseguenza una riduzione della sensibilità propiocettiva (Bosco C., Cardinale M., Tsarpela O.2001).

L’UTILIZZO DELLE VIBRAZIONI NELLA TERAPIA DEL DOLORE

L’effetto analgesico delle vibrazioni si basa sulla teoria del “gait control”, già enunciata da Melzack e Wall nel 1965,sui cui si fonda il razionale scientifico delle correnti di tipo TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation). Esattamente come nel caso dell’utilizzo delle TENS, anche le vibrazioni si mostrerebbero in grado di produrre una sorta di “barrage” afferente lungo le fibre mielinizzate di tipo Ia, di intensità tale da poter essere definito come un vero e proprio effetto di “busy line” (Bini e coll. 1984). Anche da un punto di vista clinico, oltre che sperimentale, sembrerebbe potere essere giustificato affermare che la vibrazione abbia un effetto neurofisiologico, di tipo però solamente segmentario. Questa affermazione è inoltre suffragabile sia dalla rapidità con la quale si registra l’effetto analgesico, che dal suo altrettanto rapido declino, fattori che testimonierebbero la “pura” inibizione segmentarla spinale, esercitata dalle vibrazioni, sulle afferenze Ia, per ciò che riguarda la trasmissione degli input nocicettivi (Ottoson e coll., 1981).

La stimolazione vibratoria ha fatto registrare un miglioramento del dolore sul 69% dei pazienti trattati [Park H, Martin B, (1993). Contributionof the tonic vibration reflex to muscle stress and muscle fatigue. Scand. Work Environ. Health, 19 (1): 35-42].In bibliografia è possibile riscontrare come le vibrazioni siano state essenzialmente utilizzate, a scopo antalgico, per il dolore di origine cefalica (Ottoson e coll., 1981; Lunderberg e coll., 1983), nei dolori muscoloscheletrici (Lunderberg, 1984; Lunderberg e coll., 1984; Lunderberg e coll., 1987), nell’ambito di alcune patologie dolorose di origine neurogena (Lunderberg, 1984; Lunderberg e coll. 1987) e nel low back pain (Lunderberg e coll., 1984; Casale e Tiengo, 1985; Casale e coll., 1985).

I tempi applicativi delle vibrazioni utilizzate a scopo antalgico, variano, in funzione dei diversi protocolli di lavoro sperimentale, da 5 a 30 minuti,

L'incremento delle prestazioni sportive


Altri recenti dati avanzano l'ipotesi che l'uso della vibrazione circoscritta possa essere esteso con vantaggi allo sport, incrementando significativamente le prestazioni.

Rittweger , Beller G, Felsenberg D. (2000) Acute physiological effects of exhaustive whole-body vibration exercise in Man Bosco C, Cardinale M, Tsarpela O (1999) Influence of vibration on mechanical power and electromyogram activity in human arm flexor muscles.

L'esercizio vibratorio (VE) è un nuovo metodo di allenamento neuromuscolare che viene applicato negli atleti come prevenzione e terapia dell' osteoporosi.